Marocco we are coming.

25 ottobre 2010

 A dire il vero siamo partiti il giorno prima, l'aereo era ad un orario talmente improponibile.
Malpensa terminal 2 fa abbastanza pena..siamo già frustrati prima di partire, stanchi, svogliati, e probabilmente non ancora nell'ottica di un viaggio. Se penso che prima di partire ho guardato Andrea e gli ho detto con voce tremolante, torniamo a casa?come si può dimenticare una partenza così. La verità è che avevo paura, diamine stavamo andando in Africa.
Dopo i soliti tran tran aereoportuali, partiamo.
Non comincio ad interessarmi ai panorami, fino a quando la Spagna finisce, il mare finisce e si presenta una terra nuova e inaspettatamente verde ovviamente solo all'inzio (i monti del rif).AFRICAAAAA ci siamo, sono emozionata come la prima volta in aereo, guardo giù e comincio come i bambini a dire: Andrea Andrea guarda questo guarda quello. Fino a che un brivido mi passa per la schiena, il verde era finito. Il marrone era cominciato, non più case, sabbia e ogni tanto uno sputo di fango adibito a quattro mura.
Dove cavolo siamo finiti, il pensiero che dovevamo passare 15 giorni in mezzo al nulla mi faceva venir voglia di tornare a casa.
Rassegnata compilo la carta per il visto, e atterriamo.
prima boccata d'aria africana, che bello, il clima è veramente splendido, c'è il sole c'è caldo, ma l'umidità non esiste.
L'aereoporto è strano, è composto da poche stanze delle quali un'atrio enorme, dove dopo aver preso le valigie, cambiamo i nostri primi soldi.
La moneta corrente è il dirham, 11 dirham sono 1 euro.
all'uscita c'è una riga di taxi e null'altro, e con onore ci becchiamo la prima fregata.  (premetto che non è neanche l'ultima). La scena è stata questa:Silvia vs Taxista:
S:dovremmo andare in centro a questo indirizzo.
T:è una tratta a prezzo fisso 20 €
Andrea: guarda che ci stanno fregando.
S:ma no figurati, sai che dagli aereoporti c'è prezzi fissi, è così ovunque.ok va bene il prezzo saliamo.
T: prego di quà.
OMG la scoperta di quale mezzo ci avrebbe accompagnato in centro mi ha lasciato senza parole. È una uno rossa che dire sgangherata è un complimento, e si rivela meno sgangherata della guida del taxista, che driblando tra le auto ci porta alla famosa piazza djema el fna, (dove premetto era indicato su google map la riad che avevo prenotato solo per la prima notte) ci scarica in mezzo a gente, asini, motorette di ogni genere polvere e ancora polvere. Mi guardo intorno e nella posizione indicata da internet non vedo nulla di quello che cercavo.
Appena infilato lo zaino in spalla il taxista ci indica una stradina coperta (souk) con la mano e dice: di là.
Ci siamo guardati e abbiamo capito che non sarebbe stato semplice trovare quel riad  del quale avevamo solo l'indirizzo. Il taxi se ne va e ci lascia li.
GRAZIE
ma sottovalutavamo la potenza dello zaino, che come una carta per le mosche ci porta a venir circondati da un sacco di ragazzi, uomini, bambini che ci offrono aiuto. Rassegnati dal fatto che non avremo mai potuto trovare quel posto da soli, ci affidiamo a quello con la faccia più simpatica e affidabile, ci strappa letteralmente la conferma del booking e ci dice di seguirlo. Temevo di perdelo, alla fine aveva problemi a trovarla lui stesso, dopo aver chiesto informazioni ad un bambino per la strada arriviamo alla prota che doveva essere il nostro riad, (la prima preoccupazione era di ritrovare il posto visto che avremo svoltato in calli per 20 curve tra destra e sinistra).Bussa per noi e ci fa accogliere in questo posto che aveva un bell'atrio. (era proprio come nelle foto di internet)
Arriva un ragazzo ovviamente poco competente, e ci offre il tè di benvenuto, chiedendoci di aspettare il titolare per non so cosa. Siamo veramente stanchi e spazientiti. Il ragazzo ci porta un cellulare con in linea il titolare che ci dice che stà arrivando a breve, aspettiamo ancora poco e finalmente decidiamo di andarcene.
Uscendo ovviamente non potevamo non ritrovare il baldo giovane che ci aveva accompagnato fino a li, e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto, certo! rispondiamo che non siamo sicuri ma il riad prenotato è in overbooking,  e abbiamo bisogno di un posto per dormire, con un super sorriso ci dice seguitemi e ci porta da un amico che ha un riad, entriamo e parliamo con il titolare, ci dice che sono 40€ e senza battere ciglio paghiamo "da veri coglioni" 40€ sono tanti per il marocco, ma la stanchezza ti porta ad accettare tutto.
ci accompagna alla minuscola camera con bagnetto ancora più minuscolo, era in tipico stile, carinissima, ma sporca con le lenzuola super coloratone che non lasciavano trapelare la quantità di volte che sono state usate da altri prima di noi senza  essere lavate. cose nei comodini, capelli vari nei cuscini...ecc. ecc..
fortunatamente mi ero premunita di cose che secondo me sono state vitali: sacco lenzuolo e salviettine umidificate. Una rinfrescata e via verso la piazza che fortunatamente cambiando riad era molto più vicina e facile da tovare.
È sera e la piazza djema el fna ha cambiato movimento, è pieno di gente, baldacchini fumanti, le luci sono rosse gialle, l'atmosfera è caotica, rumorosa e brulicante, tutti ti chiamano tutti ti cercano.

Non per nulla è patrimonio dell'unesco, ma non la piazza in se che effettivamente e grande e non di tanto rilievo quanto il movimento della piazza stessa.
Senza volerlo mi ritrovo una signora che mi prende la mano e comincia con una cosa tipo siringa a colarci una sostanza marrone sopra, a questo punto il panico mi ha preso, non mi mollava e io avevo paura dell'ignoto...era hennè..la ho dovuto dargli 5 euri per togliermela dalle palle...scappando in riad a lavarmi.
Ok ci siamo detti, riproviamo ad uscire  perchè dobbiamo mangiare. Consigliati dalla Lonely Planet decidiamo di provare i baldacchini in piazza Djema che non sono fissi ma aprono solo per l'orario di cena. Non avevo appetito, e ero timorosa del fatto che il cibo non mi sarebbe piaciuto, ovviamente sbagliandomi della grossa visto che ho trovato tutto ottimo, abbiamo mangiato brocettes di pollo, cous cous e tajine, in tavoli sgangherati coperti di carta bianca e tovaglie di plastica trasparenti, unte appiccicose e sporche, per non parlare del menù.


Non c'erano più incubi da affrontare, mi sentivo meglio, ed ero pronta per infilarmi nel mio sacco lenzuolo e dormire fino al giorno dopo.

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