27 Ottobre 2010
La colazione nel nuovo Riad non ci è piaciuta molto. Cominciamo a capire che alloggiando nella ville nouvelle siamo un po' fuori dal vortice allegro e vitale della Medina.
Non perdiamo tempo a raggiungerla e ci tuffiamo nel caos del souk, la mattina tutto è più rilassante, i commercianti inaspettatamente taciti e tranquilli ci danno il tempo di curiosare tra i bazar senza l'obbligo di comprare.
Persi per i mercati locali ci troviamo all'improvviso in una zona non turistica.
L'atmosfera era magica, sembrava veramente un' altra epoca. artigiani battevano i loro martelli facendoli suonare come in un concerto. Pittori decoravano tavolini da tè con una precisione magistrale. Che emozione, ci siamo avvicinati ad un ragazzo, che stava tracciando i contorni di un decoro, per chiedergli se potevo fotografare il suo lavoro e guardare un po'. È stato cortese e ci ha offerto uno sgabello a testa per sederci e ha chiesto se volevamo un tè. L'OSPITALITA' è la caratteristica predominante della gente marocchina.
Rientrati a Djema El Fna abbiamo mangiato in un ristorantino mooolto spartano ma che si è rivelato veramete buono tanto che ci siamo tornati il giorno seguente. Qui si mangiano sempre le stesse cose, solo che ogni volta hanno un gusto nuovo. Tajine, Brocettes, Cous Cous, grigliate pane e salse, ma volendo ci sono anche zuppe, lumache e altre cose che non apprezzo tanto tipo testa di pecora.
Oggi abbiamo visitato il museo Fondation Omar Benjelloun.
Passeggiato ancora per il centro, cenato in piazza nel posto della prima sera e verso le 23.00 siamo rientrati.
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